Il 29 giugno sarà in discussione il testo dello “Ius
Scholae”. Il dibattito sul riconoscimento della cittadinanza italiana agli
stranieri va avanti da alcuni anni: è passato dalla forma dello Ius Soli
temperato per arrivare, nel 2015, allo Ius Culturae, fino all’attuale proposta
oggetto di discussione, chiamata Ius Scholae.
In base a questa proposta di legge, per accedere alla
cittadinanza italiana occorre, oltre agli altri requisiti, aver frequentato
almeno un ciclo scolastico in Italia.
La Cisl Scuola è favorevole a questa proposta di
legge, come mediazione che possa mettere d’accordo diverse forze politiche.
«La scuola sarebbe favorevole e pratica già da tempo
uno “ius soli” perché da sempre quando uno studente straniero mette piede a
scuola viene considerato uno studente come tutti gli altri, con caratteristiche
e bisogni propri- dichiara Monica Barbolini, Segretaria Generale della Cisl
Scuola- Riteniamo il dibattito ampiamente superato dai fatti: basta entrare in
una qualsiasi scuola e si troveranno studenti di ogni provenienza seduti fianco
a fianco, come compagni di banco e di scuola».
La scuola da sempre ha come finalità principale la
formazione dei cittadini e delle cittadine, cioè ha la finalità di preparare
tutti a partecipare pienamente alla vita della società.
La capacità di accoglienza della scuola la si è vista
anche in questo ultimo periodo, in occasione dell’arrivo di tanti studenti
ucraini che sono stati accolti nelle scuole, affiancati da mediatori culturali
e da progetti mirati alla conoscenza basilare della lingua italiana.
«La Cisl scuola si augura che finalmente si possa
arrivare ad un testo di legge condiviso e di buon senso, considerando che ormai
i fatti e le realtà superano le tante parole che si possono spendere», conclude
Monica Barbolini.
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