Rispetto alle
dichiarazioni del Ministro Valditara su quelle che ha chiamato “classi
di transizione” per alunni stranieri, ma che di fatto potrebbero
diventare classi differenziali, la linea della Cisl Scuola è chiara.
“Non servono classi
differenziali per stranieri. – dichiara Monica Barbolini, Segretaria Generale
della Cisl Scuola Emilia Romagna – Anzi direi di più: non servono classi
differenziali per nessuno!”
L’idea di scuola che
abbiamo è quella di una scuola che sia accogliente e inclusiva. In Emilia Romagna, fra l’altro, la scuola è
sempre stata all’avanguardia rispetto all’attenzione verso le problematiche di
ogni studente. In relazione agli alunni stranieri, ciò richiede
interventi strutturati e investimenti in personale specializzato
nell’insegnamento dell’italiano come seconda lingua.
Perché, ad esempio, non
pensare a percorsi individualizzati dentro la classe, nei quali i docenti siano
affiancati da queste professionalità specifiche e, quando serve, da mediatori
culturali?
Troppo semplice
risolvere la questione con le classi differenziali. Il punto è sempre lo
stesso: quando si vorrà veramente investire sull’istruzione e fare una
riflessione seria non legata al “senza oneri per lo Stato”, cioè a “costo
zero”?.
Questo non solo rispetto agli alunni stranieri nella scuola, ma a tanti altri aspetti che lo richiederebbero.
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